PRIMA DELL’ALBA

Se per un attimo compiamo lo sforzo di distaccarci dal significato letterale delle parole e dal pesante fardello ch’esse contengono, potremmo definire questo slancio, forse, con un unico termine: religiosità. Termine che, naturalmente, va interpretato con un respiro più ampio del convenzionale. La religiosità si esprime in un delicato senso di appartenenza ad un qualcosa di imponderabile che potremmo chiamare ‘Tutto’, e che ogni essere umano avverte nel centro del Cuore. La fisica moderna ha cercato per decenni la formula di quell’Energia misteriosa che lega tutte le Cose, giungendo ai limiti di una possibile teoria. Ma a questo punto, proprio su questa soglia, la ragione nuovamente pare fermarsi.

L’elemento irrazionale irrompe, dunque, nella pittura più coinvolgente della Zeugna. Nella prima fase della sua indagine, intense stratificazioni si stagliano in un suo personalissimo indistinto (inteso come dimensione interiore) quasi indecifrabile. Qui, non vi sono appigli, tutto appare volgersi verso un progressivo distacco, fra contrasti chiaroscurali di colore d’incomparabile fascino. Certo, facciamo fatica a seguire queste evanescenze. Non siamo mai abbastanza preparati all’imponderabile. La mente pretenziosa vuol trovare spiegazioni su ogni cosa. E, qualora non le trovi, molto spesso risolve il problema negando l’esistenza dell’invisibile, di ciò che non è decodificabile dalla Ratio. Invece, non solo i mistici ma persino diversi scienziati, ci hanno parlato della ‘tenebra luminosa’, della ‘materia oscura’ (di cui pare sia composto l’universo per il 90% della sua sostanza) e persino di una possibile ‘Scienza dello Spirito’. Che sia questo, allora, l’irrazionale? Ovvero un razionale non ancora ben conosciuto? Ma, ad ostinarsi a voler guardare troppo in basso, si rischia di perdere la cognizione (e la comunione) della totalità. Questa pittura del fluire, sempre determinata e mai tremula nel suo percorso, lascia dei tracciati affatto casuali. Ed è straordinario constatare, in tale complessità formale e cromatica, un misterioso equilibrio di elementi, ognuno al suo posto, come se tutto fosse unito in un amalgama naturale. Quel dettaglio, quello spicchio distaccato… non potrebbero essere che in quel punto all’interno della composizione, nel momento in cui stiamo osservando. Ecco, la naturalezza. Non potremmo in alcun modo pensare che la Zeugna possa essere diversa da così. In questo suo privatissimo mondo c’è tutta la sua vita, quel senso tanto ricercato nel cammino terreno che un atteggiamento ‘cartesiano’ non potrebbe rivelare in tutta la sua complessità.